Sono bastati pochi secondi per veder scomparire una delle torri piezometriche dell’acciaieria di Verona. Una struttura di calcestruzzo alta circa 30 metri che nei piani di ristrutturazione degli impianti predisposti dalla proprietà del sito siderurgico, il Gruppo Pittini, doveva essere eliminata, insieme alla gemella alla quale a breve toccherà la stessa sorte. L’intervento, coordinato dalla Prefettura, è stato realizzato da Sid Srl – Società Italiana Demolizioni, parte di Semat Spa.
A raccontarci nei particolari le modalità e la logistica dell’operazione è Mauro Tininini, amministratore delegato di Sid. “Questa demolizione controllata con uso di esplosivo ha richiesto uno sforzo di collaborazione notevole, soprattutto tra forze dell’ordine e Ferrovie dello Stato– spiega Tininini-. La torre infatti si trovava in un punto abbastanza sensibile dell’acciaieria, vicino alla linea ferroviaria Torino – Venezia”. Per far sì che ogni step fosse portato a termine nella massima sicurezza, per due ore il traffico ferroviario è stato bloccato e interdetta la circolazione sulle strade limitrofe alla zona interessata dalla demolizione.
Per far crollare la torre sono state posizionate 18 cariche di tritolo in gel, un totale di circa due chili di esplosivo. “Le cariche sono state poste alla base delle gambe, programmate per esplodere una dopo l’altra a distanza di frazioni di secondo per guidare la caduta della struttura – continua Tininini -. A terra, tutto intorno, è stato predisposto un materasso di macerie per attutire l’impatto al suolo”. Nel suo complesso l’intervento è durato cinque giorni: due per le fasi preparatorie, uno per la detonazione, e altri due giorni per la frantumazione delle macerie e il loro conferimento in discarica.