Politiche interne e misure di prevenzione che possano garantire la massima sicurezza dei lavoratori, dipendenti e maestranze delle ditte terze. E poi: trasparenza, rispetto delle regole a tutti i livelli, deciso miglioramento ambientale sia con opere di adeguamento strutturale che con interventi sui processi produttivi. Fissando queste priorità come punti cardine della propria strategia, Arcelor Mittal Italia (AMI) ha presentato il piano industriale che servirà a incrementare la produzione e potenziare una delle più grandi acciaierie d’Europa: l’Ilva. Un percorso di sviluppo che apre uno scenario completamente nuovo anche per Semat Spa pronta a raccogliere la sfida lanciata dalla multinazionale (un colosso da 197mila dipendenti), da inizio novembre al timone degli impianti siderurgici ex Ilva. “Vogliamo esserci e mettere a disposizione di Arcelor Mittal tutte le nostre capacità” ha dichiarato Sergio Trombini, presidente di Semat al termine dell’incontro convocato dalla società lussemburghese a Martina Franca.
Un meeting durante il quale il top management di AMI ha illustrato nel dettaglio il progetto aziendale a tutte le imprese dell’indotto. Il disegno comprende, oltre al sito siderurgico di Taranto, anche i poli ex Ilva di Genova e Novi Ligure. Per quanto riguarda il quartier generale pugliese l’obiettivo dell’amministratore delegato Matthieu Jehl è raggiungere i 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, rispetto agli attuali 4,5. “Siamo in una fase di ramp up, credo che il ritmo da 6 milioni di tonnellate, tutte prodotte a Taranto, lo potremo avere entro la primavera del 2019 – ha spiegato Jehl in un’intervista al quotidiano economico Il Sole 24 Ore -. Per quanto riguarda il piano industriale spenderemo 520milioni di euro per i primi interventi dell’anno prossimo”. In conferenza stampa Emmanuel Rodriguez, direttore dell’Ufficio Acquisti di Arcelor Mittal Italia ha ribadito che con gli investimenti messi a budget – 4,8 miliardi di cui 2,4 solo per gli interventi in contro capitale– ci saranno opportunità interessanti per tutte le realtà dell’indotto.
Come già detto, le direttrici del cambiamento saranno sicurezza e ambiente: in primis, dunque, la nuova direzione si è data il compito di abbassare drasticamente il numero di infortuni sul lavoro – uniformandolo alle medie, molto basse, degli altri stabilimenti di AM in giro per il mondo; punto secondo, destinare risorse ai piani ambientali per ridurre il più possibile l’impatto delle attività produttive. Tutto entro i tempi dettati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. “Siamo pronti ad accogliere le richieste della nuova proprietà - ha ribadito Carlo Scolari, CFO di Gruppo Trombini-; con noi Arcelor Mittal trova un partner con una lunga esperienza nel settore, in particolare nel polo di Taranto, in grado di operare anche nelle altre realtà industriali che fanno capo al gruppo”.
La conclusione del lungo percorso di Amministrazione Straordinaria da parte di Ilva segna così una tappa importante nella storia trentennale di Semat. “Questo momento ci stimola in modo positivo, chiede la partecipazione e la collaborazione di tutte le nostre risorse per riuscire a soddisfare nel tempo le richieste del nuovo committente -conclude Scolari -. Abbiamo davanti a noi una grande opportunità di crescita che potrà essere utile anche per estendere maggiormente il raggio d’azione della società verso nuovi siti siderurgici”.